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DAVID BYRNE ON TOUR - songs of david byrne and brian eno - PRESS

NextPlay


David Byrne @ Teatro Filarmonico (VR)
By Joyello Triolo, NextPlay, 21 April 2009 [Link]

Sono contento perché se non fossi il solito approfittatore probabilmente mi sarei perso questo concerto.

David Byrne è uno importante e si raggiunge il superlativo quando a valutare la sua opera è la gente della mia generazione.

Allo stesso modo, però, dopo lo scioglimento dei Talking Heads, il suo lavoro è stato seguito dal sottoscritto con supponente discontinuità.

I suoi dischi solisti, con qualche eccezione, non avevano più il sacro fuoco dell’arte la sua fiamma sembrava essersi spenta. […]

Sia ben chiaro che, in virtù di quanto ci ha consegnato negli anni della band, qualsiasi passo incerto gli sarà sempre perdonato anche perché, tra i dischi extraconiugali ce ne sono un paio (fatti parallelamente alla carriera coi Talking Heads) di inestimabile valore.

Il primo è My Life in The Bush of Ghosts, l’altro è la colonna Sonora di un balletto di Twyla Tharp dedicato a Santa Caterina della Ruota (The Catherine Wheel).

Due dischi che Byrne scrisse e realizzò assieme a Brian Eno (sebbene il secondo fosse attribuito solo a lui) col quale da qualche tempo stava collaborando proprio in seno ai Talking Heads.

Ebbene, il concerto visto ieri sera al Filarmonico a Verona si intitolava “Songs by David Byrne and Brian Eno” il che, considerando anche l’uscita dello scorso anno di Everything That Will Happen Will Happen Today, sembrava una caratteristica già da sola piuttosto promettente.

Ciò di cui non avevo tenuto conto è che Byrne, con Eno, ha scritto ed arrangiato anche le canzoni dei due album più importanti dei Talking Heads (tra i più importanti in assoluto della musica pop del secolo scorso): Fear of Music e Remain in Lights.

Così dopo l’apertura dedicata a Strange Overtone, pezzo trainante del recente disco, arriva subito I Zimbra a farci capire che la scaletta sarebbe stata ricca di emozioni legate a quei due fenomenali dischi.

Inutile dire che il principale era in gran forma e che lo spettacolo è apparso curatissimo sotto ogni aspetto. Con lui, sul palco, quattro musicisti (Mauro Refosco: percussioni, Graham Howthorne: batteria, Paul Frazier: basso e Mark Degli Antoni: tastiere e laptop), tre coristi (Kaïssa, Redray Frazier e Jenny Muldaur) e tre ballerini (Lily Baldwin, Nathalie Khun e Steven Reker) ognuno in grado, all’occorrenza, di scambiarsi di ruolo e ampliare di volta in volta il corpo di ballo o la sezione armonica.

Tutto sapientemente studiato e coreografato (da Noèmie Lafrance con Annie-B Parson e robbinschilds) sebbene tutto risultasse squisitamente naturale.

Una via l’altra si sono inseguite canzoni memorabili come The Great Curve, Born Under Punches, Air, Once in a Lifetime e Life During Wartime, assieme a quelle del disco nuovo con una sola concessione a My Life in The Bush of Ghosts (Help Me Somebody) ed una a The Catherine Wheel (My Big Hands).

Inutile dire che il pubblico, inizialmente in soggezione sulle eleganti poltrone del teatro, ha cominciato a dare i primi segni di irrequietezza già alle prime note di I Zimbra…

Poi su Houses in Motion è diventato impossibile restare seduti e, piano piano, il teatro ha cominciato a ballare.

Sul palco, tutto il personale di bianco vestito, dava il meglio di sé. Byrne, che spesso coi Talkin Heads ha relegato il suo ruolo di chitarrista in secondo piano lasciando primeggiare il gregario Adrian Belew, s’è dimostrato eccellente sulle sei corde. La sezione ritmica ha suonato in modo impeccabile e potente, le tastiere e l’inevitabile supporto elettronico erano perfetti e mai invadenti. Le danze gradevoli e divertenti, l’insieme davvero eccellente.

Stasera si replica a Milano, domani a Modena.

Se siete nei paraggi, fate carte false per avere un biglietto. Ne vale la pena.